Francesco Cavalli nacque a Crema, nella Repubblica di Venezia, nel 1602 ed è stato, dopo Monteverdi, il più importante musicista del XVII secolo. Il suo nome originario era Pietro Francesco Caletti-Bruni. Iniziò gli studi musicali proprio con il padre G.B. Caletti Bruni, maestro di Cappella del Duomo di Crema. Il cognome di Cavalli lo acquisì successivamente in onore del suo mecenate, il nobile veneziano Federico Cavalli, che, dopo essere stato eletto governatore di Crema nel 1614, fece ritorno a Venezia nel 1616, conducendo con sé il giovane Caletti, le cui inclinazioni per l’arte musicale avevano suscitato il suo interesse. Ammesso come cantore nel 1617 alla Cappella di San Marco fu allievo del suo direttore Claudio Monteverdi. Negli anni successivi venne ingaggiato prima come tenore, poi divenne secondo organista, in seguito primo organista per essere infine nominato maestro della Cappella Ducale nel 1668, ruolo che ricoprì fino alla sua morte nel 1676.
Scrisse numerosissime opere per i più importanti teatri di Venezia del tempo. Nel 1660 fu chiamato a Parigi in occasione del matrimonio di Luigi XIV. Nella capitale francese rimase per i successivi due anni dove ebbe occasione di rappresentare alla presenza del Re due delle sue opere più importanti: Xerses e L’ercole amante. Con l’apertura di numerosi teatri pubblici a Venezia, il primo fu il Teatro San Cassiano nel 1637, Cavalli fu il primo a trasformare il melodramma da spettacolo aristocratico in trattenimento popolare. Il Maestro creò l’opera veneziana barocca dove elementi drammatici, patetici e comici si mescolavano tra loro.
Ha il merito di aver dato alle arie una struttura maggiormente funzionale, una forma più elegante, più accurata nei dettagli timbrici, più ricca d’armonia, di modulazione e di strumentazione. Scrisse inoltre una notevole mole di composizione su testo sacro. Francesco Cavalli morì a Venezia nel 1676. Ancora oggi le sue opere vengono rappresentate in alcuni dei teatri più importanti del mondo.
Opere liriche
- Compose circa 40 opere liriche tra le quali si ricordano:
- Le Nozze di Teti e di Peleo (1639)
- La Didone (1641)
- Il Giasone (1649)
- La Calisto 1651], Xerse (1655)
- Ipermnestra (1658)
- L’Ercole amante (1662)
- Scipione l’Africano (1664).